Quando abbiamo deciso di creare un capospalla per l'inverno che fosse imbottito e sostenibile abbiamo scelto di ispirarci ad un capo con una storia, le cui caratteristiche fossero state apprezzate negli anni dalle persone.
Per questo abbiamo scelto il Parka, e lo abbiamo creato rispettandone le caratteristiche principali e ciò che l'ha reso un capo iconico e senza tempo.
Quali dunque? Com'è nato questo capo iconico dalla lunghissima storia, simbolo di culture ed epoche molto diverse?
La prima giacca per ripararsi dal freddo della storia: il Parka e gli Inuit
Certamente non vegan-friendly, il primo Parka della storia è quello utilizzato dalle culture inuit. Cappucci caldi e avvolgenti e pelli trattate e idrorepellenti imbottite dalle pellicce di animali artici.
L'origine della parola stessa crea un contrasto molto forte con il Parka cruelty-free di Rifò, dato che nella lingua nenets delle popolazioni siberiane, significa proprio "pelle di animale".
Proprio per questa origine etnica molto antica, seguendo le orme delle civiltà inuit, possiamo rintracciare gli antenati dei nostri parka attuali fin dalla preistoria.
Il Parka come giaccone militare
Ritroviamo il parka come giaccone tecnico, realizzato con materiali impermeabili e utilizzato in situazioni di freddo abbastanza estreme.
Il Parka è stato la giacca simbolo dell'aviazione americana durante la seconda guerra mondiale, quando per salire in quota i militari dell'air force vestivano il modello B-9 FLIGHT PARKA, il cui cappuccio poteva essere chiuso tramite una zip per avvolgere la testa, oppure lasciato scempio per non ingombrare troppo.
Altri modelli che hanno preceduto il parka che è arrivato ai nostri giorni sono emersi durante le guerre, impermeabili grazie alle fibre di vetro e imbottiti con vari materiali tra i quali il pile. Il modello più simile al parka come ce lo immaginiamo oggi è l'M-51 della US Army, che si diffuse tra i militari durante la guerra di Corea.
Il Parka nella cultura Mods
Per il concludere l'utilizzo che ha conferito al parka tutta la personalità e lo stile che lo contraddistinguono oggi. Questo capo è stato infatti il simbolo della cultura Mods, che fin dagli anni '50 e a più riprese si afferma tra i giovani che attraverso il loro stile vogliono affermare l'appartenenza ad una subcultura.
I Mods erano infatti un gruppo di giovani londinesi che tra gli anni 50 e 60 ascoltavano il jazz moderno, da qui il nome mods. In nome del nuovo, del cambiamento e di un "modernismo" attento allo stile (molto spesso fatto di accessori italiani), costruiscono un immaginario citando proprio l'ambito militare. Indossano infatti questa giacca comodissima per ripararsi dal freddo anche in motorino. È infatti in sella a Vespe Piaggio con mille fanali e appunto indossando l'iconica giacca verde con patch attaccate, che si verifica la rivalità con la subcultura antagonista: i rockers, che invece guidano motociclette, ascoltano il rock and roll e si vestono principalmente di pelle.
La cultura Mods venne recuperata in quello che venne definito un revival a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. In questo momento altri Parka iconici fanno capolino nel mondo della musica, in particolare quelli dei fratelli Gallagher del gruppo brit-pop Oasis.
Il Parka oggi: nuovi materiali eco-friendly e cruelty-free
Oggi sono molti i modelli di Parka in circolazione, spesso proposti da marchi di abbigliamento tecnico per la montagna o comunque per il freddo.
Le caratteristiche principali che contraddistinguono il parka ancora oggi sono sicuramente il cappuccio, a volte di pelliccia, il tessuto idrorepellente, una lunghezza almeno fino alla coscia e l'eventualità di una coulisse per stringerlo in vita.
Con il suo parka sostenibile, Rifò ha voluto prendere queste caratteristiche e riproporle in un'alternativa realizzata con materiali riciclati e eco-friendly. Abbiamo voluto realizzare una giacca per l'inverno che fosse calda ma realizzata con materiali vegan e cruelty- free.
Puoi scoprire il parka di Rifò in questo focus, dove spieghiamo tutta la ricerca e le caratteristiche che ci sono dietro questo capo dal design sostenibile.
8 commenti
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