La fast mood
Le cause principali sono l’enorme quantità di indumenti prodotti e l’estrema velocità con la quale vengono distribuiti e utilizzati. Considera che rispetto a cinquant'anni fa l’acquisto di capi di abbigliamento è triplicato. La gente compra quantità maggiori ad un ritmo sempre più veloce. Coloro che producono i capi vogliono essere in grado di metterli a disposizione nel minor tempo possibile. Queste necessità hanno dato vita alla fast mood, che si traduce in vestiti a prezzi ridotti e dalla qualità scadente, lavorati usando strumenti e agenti inquinanti, da lavoratori minorenni sottopagati. Capi che vanno a finire nella spazzatura troppo velocemente, senza essere riciclati. Il risultato è un impatto enorme e devastante sull'ambiente.L’impatto della moda
Per avere un’idea più chiara e corretta dell’effetto che la moda ha sull'inquinamento è necessario dare un’occhiata a certi numeri. Per questo ho deciso di creare una lista di punti riguardo agli impatti più considerevoli del mondo fashion:- Causa il 20% dello spreco globale di acqua
- Provoca il 10% di emissioni di anidride carbonica
- Responsabile per il 24% dell’uso di insetticidi
- Colpevole per l’11% dell’uso di pesticidi
- L’85% dei vestiti finisce in discarica
- Solo l’1% dei capi viene riciclato o rigenerato
- Dal 2000 il consumatore medio acquista il 60% in più
- Il settore vale 2,5 migliaia di miliardi di dollari a livello globale
Questi dati permettono di avere una fotografia chiara e drammatica della situazione attuale. Il mondo della moda, in termini di inquinamento, è dietro solo all'industria del petrolio e del gas. Non di certo un risultato del quale andare fieri.
Possibili soluzioni
Il primo passo fondamentale è stato fatto dalle Nazioni Unite, che quattro anni fa hanno stabilito 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) da raggiungere entro 2030. Considerando il peso in termini di denaro e l’effetto che ha avuto fino ad ora, il mondo della moda potrebbe dare una grossa mano nel raggiungimento di questi obiettivi. È necessario un lavoro di informazione, che raggiunga il maggior numero possibile di persone in tutto il mondo. Il problema principale è l’ignoranza della popolazione riguardo al fatto che l’atto di comprare una maglietta a un prezzo ridotto può significare la morte di un bambino dall'altra parte del globo. Uno dei segnali positivi è l’aumento di coscienza sempre più visibile nei paesi sviluppati. La nascita di realtà che si focalizzano sul creare un prodotto che sia ecosostenibile. Come noi di Rifò, che come mantra abbiamo il riutilizzo dei materiali e una qualità di alto livello.
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